Cronistoria dal XVIII secolo al 1947
Cronistoria dal XVIII secolo al 1947
San Leonardello – m. 138 s.l.m. – è un ridente borgo tra Mangano e Trepunti, sull’arteria principale della Sicilia orientale, cioè sulla via Nazionale 114. Si vuole che questo quartiere si chiami San Leonardello perché posto al confine dell’antica Contea di Mascali. Esso faceva parte della parrocchia di Mascali, che si estendeva fin qui. Questo quartiere, fu fondato probabilmente dai mascalesi, e venne chiamato San Leonardello.
Il 31 maggio appunto, del 1765, il sacerdote Giovanni Fichera, primo arciprete di Mascali, nominò il sacerdote Ignazio Finocchiaro, quale Cappellano curato della chiesa di Maria SS. della Libertà (Tutto il territorio della Contea dal punto di vista religioso dipendeva dall ‘Arcidiocesi di Messina). In questo sito e nelle alture circostanti, come detto precedentemente, avvenne il 25 settembre 1677 il celebre attacco delle milizie spagnole e acesi dirette dal Generale Bragamonte e dal valoroso capitano Domenico Figuera, barone di Villanuova, che scompigliarono le truppe francesi. le quali dopo avere devastato i vigneti della piana di Mascali, minacciavano di invadere la città di Aquilia (Acireale).
Riguardo al titolo Maria SS. della Libertà. la tradizione locale dice che un ricco pastore inseguito da pirati sbarcati a Praiola, per sfuggire al pericolo di essere catturato, risalì il torrente e si riparò in una grande macchia di spine che si trovava dove oggi sorge la chiesa. Egli, minacciato da così grave pericolo, invocò ardentemente la Madonna: La supplicò perché lo liberasse dalla feroce persecuzione e fece voto di dedicarLe in tale posto un altarino se fosse rimasto incolume.
I corsari, vista sfuggire la preda, prima di ritornarsene alla nave, incendiarono il roveto che però accese in parte, lasciando illeso il pastore. Egli ammirò la protezione della Madonna e con animo devoto e riconoscente adempì il voto, facendo costruire un altarino. In seguito con sforzo ostinato, cosciente, volitivo all’altarino venne sostituita l’attuale chiesa. Da ciò la Madonna ebbe il titolo di Maria SS. della Libertà, per la liberazione apportata a quel pastore e il bel tempio fu a Lei intitolato.
La chiesa di Maria SS. della Libertà che fu edificata nel 1782 in un secondo momento e precisamente nell’anno 1812, fu dichiarata chiesa sacramentale, sotto la guida di un Cappellano curato che provvedeva alle celebrazioni di tutti i sacramenti e alle necessità spirituali dei fedeli. La chiesa faceva capo ad un vasto territorio che andava dal torrente Mangano a sud, all’antica chiesa di San Matteo sulla via Consolare a nord e dal mare (Praioìa) a est, fino a Santa Venerina a ovest.
Già dal 1763 era cominciato il processo di smembramento del territorio e della Contea di Mascali da parte del paese di Giarre, che grazie alla sua posizione geografica, era diventato più popoloso di Mascali. Questo processo si concluse nel 1815 quando Giarre divenne comune autonomo e la Chiesa Madre di Giarre ebbe il suo primo arciprete don Salvatore Fiamingo nel 1823, con 8 chiese filiali: quelle di Riposto, Torre Archirafi, Macchia, S. Giovanni, S. Alfio, Milo, Dagala, e appunto S. Leonardello.
La nostra comunità ottenne la propria autonomia e fu elevata a parrocchia autonoma con decreto vescovile del 19 dicembre 1921. Dopo regolare concorso, così come si usava allora per l’acquisizione di un ufficio ecclesiastico, fu nominato parroco con bolla vescovile del 4 febbraio 1922. il Rev.do Mariano Guarrera, già per 14 anni Cappellano curato della chiesa. Egli ricevette il Regio Placet da parte della Procura generale del Re di Catania il 16 marzo 1922.
Il 7 maggio del 1922 fu immesso nel possesso di parroco da Mons. Angelo Scalia, delegato dal vicario capitolare.
Il Rev.do parroco don Mariano Guarrera, per ragioni d’infermità rinunziò al beneficio in data 31 dicembre 1929.
Da Sua Ecc.za Mons. Evasio Colli V vescovo di Acireale, venne eletto 2° parroco, il Rev.do Francesco Parisi, con bolla vescovile del 7 marzo 1930 e fu immesso in possesso il 15 giugno 1930.
Tra il dicembre del 1929 e l’aprile 1930 fu costruita, accanto la chiesa parrocchiale, la casa canonica del valore approssimativo di £ 60.000 che venne donata dalla munificenza di Sua Santità Pio XI.
Il I dicembre 1931 don Francesco Parisi fu trasferito nella parrocchia di Santa Lucia in Acicatena, venendo a reggere, in pari data la comunità, il Rev.do Rosario Ragaglia in qualità di economo spirituale. Con bolla vescovile del 13 gennaio 1932, Mons. Colli, elesse 3° parroco don Rosario Ragaglia.
Questi fu immesso in possesso il 14 febbraio di quello stesso anno.
Il parrocato di don Rosario Ragaglia fu breve (3 anni) ma molto intenso perché diede un impulso
qualificante alla comunità. Soprattutto fece si che si accrescesse la devozione alla patrona Maria SS. della libertà.
Degno di nota durante questo periodo fu la costituzione in parrocchia dell’unica associazione di Azione cattolica che mancava. quella cioè degli Uomini cattolici. Così erano presenti in modo molto attivo tutti e quattro i rami dell’Azione Cattolica.
La parrocchia di San Leonardello fu per don Rosario Ragaglia un trampolino di lancio. Infatti per disposizione del Vescovo Mons. Russo nel febbraio del 1935 avvenne un avvicendamento di parroci fra le parrocchie di San Leonardello e Santa Venerina.
Il Rev.do Rosario Caltabiano. già promosso arciprete e primo parroco di Santa Venerina, dopo vent’anni di permanenza trascorsi non senza problemi (fu infatti accusato di avversione al regime fascista, e poi perciò sospeso prima di essere riabilitato) fu costretto a lasciare la parrocchia e fu nominato quarto parroco di San Leonardello con bolla vescovile del 1 marzo 1935. Il Rev.do Rosario Ragaglia con bolla vescovile dello stesso giorno venne promosso Arciprete e secondo parroco di Santa Venerina.
Il parrocato di don Rosario Caltabiano fu caratterizzato da alcune opere importanti prima fra tutte fu l’incremento della Pia Unione delle Figlie di Maria, da antica data esistente in parrocchia.
Ma l’opera più importante è senza dubbio, la costruzione della grotta dell’immacolata di Lourdes, realizzata dall’artista Mariano Vasta. Fu inaugurata I’11 settembre 1937, dieci anni dopo della costruzione di un’altra che lo stesso Caltabiano aveva fatto nella matrice di Santa Venerina. Dall’aurora alla sera vi fu una gran folla di fedeli che partecipò alle funzioni, alle celebrazioni eucaristiche e alla processione del Santissimo per le vie del paese.
Il culto all’Immacolata di Lourdes però, tolse importanza a quello della patrona della parrocchia. la quale fu quasi dimenticata.
Durante il parrocato del Caltabiano fu donata alla nostra parrocchia, presso contrada Dogana, una chiesuola patronale che fu adibita come chiesa del “Calvario”.
Anche nella parrocchia di un piccolo centro come San Leonardello si fecero sentire gli effetti della seconda guerra mondiale: il 4 agosto 1943 fu lanciata, dalle truppe alleate che avanzavano per ricacciare i Tedeschi dall’occupazione della Sicilia, una bomba che cadde sul muro limitrofo al torrente e produsse un foro di 6 metri distruggendo circa 50 vite e apportando gravi danni ai fabbricati della chiesa e della casa canonica; il 6 agosto morirono 7 persone appartenenti alle famiglie Vaccaro, Butera e Sciuto. Solo dopo che gli Inglesi occuparono la zona. ripresero, nel mese di settembre, le attività religiose compreso il rito di ringraziamento per la pace.
Dallo spostamento d’aria causato dalla fortissima esplosione della bomba le volte sovrastanti l’ala sinistra della chiesa rimasero colpite e mentre due poterono essere restaurate, altre due, a giudizio di esperti furono demolite per evitare il pericolo del crollo. Furono fabbricate le due volte e consolidate quelle danneggiate. Fu anche riparato il tetto della casa canonica che era stato danneggiato, fu imbiancata tutta la chiesa e fu rimesso a nuovo il piazzale antistante la stessa, manomesso e sconvolto dai carri armati delle truppe occupanti.
C’è da dire che questi lavori di restauro non furono fatti nel migliore dei modi perché nell’immediato dopoguerra non si poteva avere disponibilità di ingenti fondi economici, questi non furono altro che lavori atti a rimediare alla meno peggio, ai danni subiti.
Negli anni 1946-1947 la comunità ebbe dissidi con il Caltabiano che, con il passare del tempo diventò inviso alla popolazione tanto che il 30 settembre 1947, fu costretto a rinunciare al beneficio.
In seguito al concorso, fu nominato quinto parroco con bolla vescovile del 1 ottobre 1947, il 28enne don Giuseppe Albano da San Giovanni Montebello.
Per trattare le vicende della vita comunitaria sotto il parrocato di don Giuseppe Albano, è qui di seguito pubblicato un diario scritto da lui stesso.
Sebastiano fresta, opuscolo commemorativo dell’80° anniversario della fondazione della Parrocchia, p. 23-27